Investitori e piccoli risparmiatori sono di nuovo intenzionati a investire e a cogliere le opportunità che offre il mercato, anche nel settore commerciale che è stato quello colpito duramente durante il lockdown.
Nei primi tre mesi del 2020, il 61% degli acquisti di negozi è stato fatto a scopo di investimento. Si è trattato, nella maggioranza dei casi, di interesse per immobili di piccola metratura, con tagli inferiori ai 60 mq.
Per quanto riguarda le locazioni, sono in atto rimodulazione e rinegoziazione dei contratti, con previsione di una contrazione del mercato fino a fine epidemia e in particolare su alcune categorie di commercianti. Potrebbe esserci un'aumento dell'offerta di spazi commerciali, con possibilità di occupare in breve tempo quelli più interessanti.
Si parte dalla riscoperta della prossimità, un trend che già da qualche anno aveva portato diverse catene della media grande distribuzione ad aprire punti vendita di "quartiere". Ad oggi questo fenomeno ha avuto un'ulteriore spinta grazie all'aumento di lavoratori in smart working.
Le attività legate alla vendita di prodotti alimentari sono quelle che beneficeranno maggiormente di questo trend ma anche settori come quello del turismo stanno applicando questo principio alla base della loro ripartenza.
Leggermente più in difficoltà, saranno i negozianti che non appartengono al settore food, specialmente nel caso di brand poco consolidati. In questo caso chi riuscirà a sfruttare i canali di vendita on-line avrà un impatto minore, potendo differenziare e ampliare la propria clientela.
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